Lo stato dell’arte – episodio 1 – Premesse generali

In questa serie di articoli voglio raccontarvi miti e storture nell’insegnamento dell’arte (e qualche possibile antidoto ideologico), partendo dalla mia esperienza quasi ventennale

Questa serie di articoli nasce dalla mia ormai quasi ventennale esperienza nel ramo dell’insegnamento di Arte e immagine (o Educazione artistica, com’era chiamata prima) alla scuola secondaria di primo grado (o scuola media, com’era chiamata prima): due ore alla settimana, che in tre anni dovrebbero coprire sia la storia dell’arte – tutta, ma proprio tutta, dalla Preistoria a Banksy – sia la pratica artistica – con le sue tecniche, i suoi soggetti, i suoi pesi visivi, eccetera. Nasce, cioè, dalle mie riflessioni e dal confronto con colleghi, genitori, dirigenti scolastici, studenti. Considerazioni che vertono sulla materia in sé (i pregiudizi ideologici, i falsi miti che la circondano), sia sui metodi per insegnarla (o, come dirò poco più avanti, per insegnarle, al plurale, dato che parliamo di materie diverse che però si integrano a vicenda). Non lesinerò, nel mentre, critiche al mondo della scuola attuale; non mi addentrerò, tuttavia, nei dettagli di queste ultime (se non laddove mi sono utili come esempio), poiché già tanti altri ottimi articoli del Gessetto smontano tali follie e le ideologie che le hanno prodotte.

Ah, giusto, un’ultima premessa: sarò ironico, forse anche caustico. Se i pungoli non vi piacciono e preferite le cose smussate e basiche, quelle un po’ inoffensive per i pensierini felici prima di addormentarvi, passate oltre (e, per favore, non sparate sull’articolista!)

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