Lo stato dell’arte – episodio 1 – Premesse generali
In questa serie di articoli voglio raccontarvi miti e storture nell’insegnamento dell’arte (e qualche possibile antidoto ideologico), partendo dalla mia esperienza quasi ventennale
«Il futuro sarà come sono le scuole di oggi»
In questa serie di articoli voglio raccontarvi miti e storture nell’insegnamento dell’arte (e qualche possibile antidoto ideologico), partendo dalla mia esperienza quasi ventennale
Anche quest’anno il superamento dell’esame di Stato (che però superano tutti) ha dato luogo al rituale dei Grandi Festeggiamenti, nell’entusiasmo di figli e e genitori.
Che cosa si nasconde dietro questi eccessi?
Che la scuola sia a rischio di diventare un luogo di indottrinamento è chiaro; forse non è per tutti così evidente come ciò possa avvenire anche negli istituti professionali, se non altro perché tutto sembrerebbe subordinato alla formazione del lavoratore.
Presentiamo un significativo contributo di un nostro lettore e studente a proposito di una pratica didattica antica, e oggi sotto attacco.
Parlare di cultura sembrava quasi una forma di violenza; spingere gli studenti a ragionare addirittura un insulto. Ma Lupi resisteva. Ogni giorno si posizionava dietro la propria cattedra come se fosse una trincea da cui difendere un mondo che stava scomparendo e da cui salvare una scuola che stava collassando.
Il Consiglio superiore della pubblica istruzione sta ancora dalla parte della scuola pubblica, assolvendo il suo compito istituzionale di elaborazione di pareri per il bene della scuola in una legittima dialettica di opinioni, o adesso persegue finalità diverse che sono incompatibili con la presenza nella scuola di veri docenti?
Abbiamo lanciato una petizione rivolta a tutti i docenti italiani e al Ministro Giuseppe Valditara per non modificare un passaggio chiave della bozza delle Nuove Indicazioni Nazionali per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo di istruzione. Aiutaci a fermare la deriva della scuola italiana, firma anche tu!
La pedagogia torna e ritorna all’attacco pretendendo di rifare l’insegnante, insieme all’uomo nuovo. Le manca di capire che l’essere umano non si programma.
Il fallimento delle teorie pedagogiche che si è cercato di imporre alla scuola italiana è sotto gli occhi di tutti. A pagare le prime conseguenze di questa superficiale scuola “del benessere” sono proprio i giovani, mandati allo sbaraglio nella società e nella vita.
Sembra impossibile, incrociando le statistiche sui risultati del sistema educativo in Italia con le ricette che vengono ostinatamente proposte e attuate per migliorarlo, non rendersi conto che è necessaria un’inversione di rotta a 180°.
Un lavoro in cui tutti mettono le mani, un luogo che tutti possono invadere, una relazione in cui tutti possono intromettersi, un mosaico con cui tutti possono giocare è ancora una scuola?
Non servono dibattiti. Serve un movimento di liberazione.
Ci sono scuole costose, e di specializzazione metodologica avanzata, che dovrebbero mettere la museruola a tutti coloro che insorgono al sol pensiero di “percorsi speciali” per individui con profili di disabilità e neuro-divergenza. Ma in Italia siamo campioni nelle accuse, più che nelle distinzioni logiche.
Un altro caso di cronaca scolastica contrappone l’emotività dei familiari alla logica educativa, che non può fondarsi su un’ipocrisia suicidale per il senso della scuola.
Risposta a un post pubblicato il 9 giugno su dirigentiscuola.org, intitolato “Dirigenti scolastici nel mirino mentre le istituzioni restano in silenzio”, sulle vessazioni che i dirigenti scolastici subiscono dai loro docenti.
La scuola Svedese è spesso portata ad esempio da molti commentatori. Ma è tutto oro quello che luccica? Dobbiamo sempre emulare in modo acritico o possiamo permetterci di analizzare?
Altri segnali di un vero cambio di paradigma nella concezione della scuola. Possiamo però opporci, fare sentire la nostra voce.
Molti docenti si stanno piegando all’idea della “formazione in servizio” (e non dell’aggiornamento) senza rendersi conto che si tratta di un’offesa…
La cronaca ci racconta di una resistenza reale, anche se minoritaria, che si oppone alla distruzione della scuola, all’indebolimento culturale e morale delle giovani generazioni.
Sempre più spesso ci si accorge dell’insensatezza di idee che vengono vendute a noi insegnanti come rivoluzionarie.
Gli studenti con problemi di ansia sono in vertiginoso aumento, bisogna tenerne conto e fare qualcosa ma siamo sicuri di fare le cose giuste?
“Se lo aiuta nel modo giusto scopre facilmente che è un bravissimo studente, di una intelligenza straordinaria”, ci suggeriscono molti genitori. Ma è sempre vero?
Le idee di Don Milani, di rado affrontate con la lucidità necessaria, continuano ad attraversare le discussioni in tema di scuola. Egli ebbe grande cuore, ma probabilmente non condusse affatto la giusta battaglia.
Una risposta pacata e lucida all’ultimo duro sermone di Sagredo, che fustigava il puerocentrismo dannoso ampiamente diffuso da pedagogisti come Daniele Novara
Sono casualmente incappata in un articolo senza firma il cui scopo iniziale era quello di incensare la didattica moderna e le scuole che la adottano. Quello che mi ha colpito, però, è stato l’aspetto tragicomico. Mi voglio divertire a scherzarci su, per puro divertimento. Non me ne vogliano i diretti interessati.
C’è un cosa davvero incoraggiante, quando si affronta il modo di pensare di Daniele Novara: è schietto e coerente, ed a qualsiasi cosa si applichi, non manca di farci capire la sua visione del mondo, che pare impermeabile al principio di realtà
Il tubo rotto e le metafisiche. Ovvero: la realtà della nostra istruzione e la sua narrazione o trascrizione simbolica/burocratica/fuffologica ministeriale (e dirigenziale). L’iperuranio delle formule e delle sigle e il mondo sensibile della nostra scuola. Una postilla a un brano di Gigi Monello.
Un insegnante, lavorando da solo in una realtà finora considerata svantaggiata, fra lo scetticismo generale l’ha portata ai vertici nazionali nel campo dell’informatica, senza spendere un solo euro, in soli due anni. In questo articolo ci racconta i suoi segreti.