Manca il Senso del Ridicolo

Sono casualmente incappata in un articolo senza firma il cui scopo iniziale era quello di incensare la didattica moderna e le scuole che la adottano. Quello che mi ha colpito, però, è stato l’aspetto tragicomico. Mi voglio divertire a scherzarci su, per puro divertimento. Non me ne vogliano i diretti interessati.


Tante volte in questo sito abbiamo replicato ad interventi pubblicati sui social e che avevano già ricevuto una discreta dose di reazioni. Non ci eravamo resi conto che tante perle giacciono in ben altri luoghi del web e nessuno le coglie. Ogni scuola, infatti, ha un proprio sito che non viene letto neanche da chi in quella scuola ci lavora o ci studia. Oggi prendo un articolo da uno di questi siti web e ne commenterò alcuni passaggi. Capirete da soli perché questi siti web non vengono letti da nessuno. Eppure, visti con la lente dell’ironia, ci dicono tantissimo sulla scuola di oggi. Nei loro articoli possiamo facilmente trovare i motivi del fallimento della scuola. Lì nel web, completamente dimenticata, c’è una vasta miniera ricca di gemme inestimabili.

La prima cosa che salta agli occhi è la mancanza di firme. La storia è narrata in prima persona, quindi il narratore sarà una maestra o un maestro. Non si può però conoscerne né il sesso né il nome. Cercherò di interpretare il perché di tanta timidezza verso la fine della mia analisi. Per comodità e per motivi probabilistici assumerò che l’autrice sia di sesso femminile, pur avendo la sensazione di sbagliarmi. Le parti in corsivo sono della maestra. Segue il mio commento.

Eravamo intenti ad avviare un’attività laboratoriale di progettazione e realizzazione di ingranaggi a ruote, nell’aria c’era una certa eccitazione, quando l’insegnante ha ricevuto una telefonata imprevista.

Era troppo facile scrivere: “I bambini giocavano con le costruzioni”? Ti vergognavi di scrivere: “Stavamo ripetendo l’imperfetto della prima coniugazione”? Rischiavi la sospensione scrivendo: “Stavo interrogando Luigi sulla Toscana”? Rischiavi la scomunica con: “Stavo spiegando le divisioni a due cifre”? Oppure è proprio così: siccome date per scontato che i bimbi sappiano già scrivere in perfetto italiano, il tempo scuola è solo un succedersi di progetti e realizzazioni?

Il progetto […] ha consentito di avvicinarsi ai temi della salute e della prevenzione attraverso l’approccio sperimentale alle materie STEM, l’approccio IBSE, basato sulla ricerca e problem-solving, l’approccio MLTV, che contribuisce a rendere visibile l’apprendimento e a sviluppare il pensiero critico in un contesto strutturato, ludico e “regolarizzato”, mediante la metodologia del tinkering come stimolo a “pensare con le mani”.

A chi è rivolto questo articolo? Alle mamme degli attuali alunni? Conoscono il significato di tutte queste sigle? Alle mamme dei futuri iscritti? Volete imbonirle con l’inglesorum? Alla direttrice? Ma la vostra direttrice non potrebbe dire: “Maestra, un approccio alla volta è sufficiente”? Oppure a chi ha finanziato quattro corsi di formazione (STEM, IBSE, MLTV, tinkering) e da mesi vi chiede di dimostrare che sono serviti a qualcosa?

Maggiore è la consapevolezza del processo con l’uso strategico della documentazione, frequente è l’attività in gruppo, incrementate sono le thinking routines, più l’apprendimento ne risulta migliorato.

Adesso è più chiaro: ti terrorizza il pensiero che la direttrice leggerà l’articolo. Per andare sul sicuro fai copia e incolla dalle slide dell’ultimo corso di formazione. Ti risparmi anche la fatica di scrivere e finisci prima. Se poi io non riesco a seguire questi periodi convoluti mi risponderai: “Così ci hanno insegnato”.

Infatti la costellazione delle parole-chiave “ricerca, cellula, cura, ambiente, alimentazione, movimento, futuro, dono” parole speciali che fanno parte del quotidiano e di ciò che ci si attende che gli alunni imparino, si è tramutata in una rete di parole trasversali, integrate con l’Educazione civica nel sostenere lo sviluppo di competenze emotive e relazionali oltre che del pensiero creativo.

Ogni occasione è propizia per seppellire con un’ulteriore vangata di terreno la bara delle discipline, per lanciare un inno alla trasversalità, per rassicurare il ministro sul fatto che la tua scuola non dimentica di fare le proprie ore di educazione civica, per adorare le soft skills. Ma stai scrivendo un articolo o una relazione didattica? Potrei, per cortesia, sapere in cosa consisteva il progetto all’atto pratico?

Per ciascuna delle “stelle” della costellazione gli alunni, in un gioco di squadra, hanno realizzato prodotti vari ed esperienze diverse come lapbook, libro digitale, modellini di cellula nelle parti e funzioni, giochi di ruolo, piantumazione di alberi “curati” con azioni e versi poetici, progettazione di merende sane scolastiche, realizzazione di manifesti pubblicitari di invito a fare sport e movimento, “sfere magiche” immaginando il proprio futuro e come potrebbero svilupparsi gli ambiti di ricerca, eventi scolastici con la finalità della don-azione ad associazioni e fondazioni del territorio in un’ottica di promozione del benessere e di incremento della solidarietà.

Che fuochi di artificio! I tuoi bimbi sanno fare proprio tutto, tranne forse calcolare il resto quando andranno a fare la spesa. Come sono prosaica a pensare al vile denaro, sterco del diavolo, mentre i tuoi angioletti curano gli alberi con le rime baciate ed immaginano per sè stessi un futuro in cui saranno tanto ricchi da lasciare il resto come mancia!

Si ringrazia anche la Dirigente Scolastica, [nome e cognome], sempre pronta a sostenere e con entusiasmo queste importanti opportunità formative, educative e didattiche!

Lavori in Italia o in Korea del Nord? Dunque: sul sito della tua scuola non possono apparire riferimenti ai singoli, le iniziative individuali sono mal viste e scoraggiate perché tutto deve sembrare frutto di un lavoro di squadra. Però occorre ricordarsi di ringraziare quotidianamente ed esplicitamente la direttrice che tutto sa, tutto vede e tutto può. No, sicuramente non lavori in Italia. Qui godresti della libertà di insegnamento e della libertà di espressione. Qui saresti una maestra libera e con la schiena ben diritta.

Ho citato molte frasi di un documento PDF, non firmato, di cui non sono riuscita a stabilire l’origine. Le ho citate per esercitare un sacrosanto diritto di cronaca: come contribuente devo poter dire la mia sul modo in cui vengono spesi i soldi delle mie tasse. Qualora gli autori delle frasi citate le riconoscano come proprie e vogliano essere riconosciuti, sarò ben lieta di rendere pubblica la fonte di tali frasi.

2 Commenti

  1. A me sembra che le giovani maestre e i giovani insegnanti in generale, siano stati talmente indottrinati (e non di rado intimiditi) da non riuscire anche solo a dubitare su, o addirittura criticare questa pedagogia e didattica assurda e dogmatica, di più, a me sembrano talmente ottenebrati da avere perso il senso del ridicolo. Le piantumazioni poetiche e la progettazione delle merendine di sicuro furoreggieranno in tutte le scuole del regno, ma come se la caveranno col dettato e le 4 operazioni?

  2. Per arrivare a questo punto non basta l’indottrinamento, che di sicuro avviene. Occorre anche che gli indottrinati siano privi di cultura e di colonna vertebrale. A me sembra, caro Angelo, che queste maestre non si preoccupino del dettato e delle quattro operazioni.

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