Convegno sul Centenario dei Manifesti di Gentile e Croce e sulla loro Riforma scolastica

Nel 2025 ricorre il 100° anniversario di due importanti “Manifesti”, documenti filosofici e culturali scritti, pur se da opposte sponde politiche, dai più importanti filosofi italiani del XX secolo. Quello degli Intellettuali Fascisti fu pubblicato il 21 Aprile 1925, Natale di Roma, quello degli Intellettuali Non-Fascisti fu pubblicato il 1 Maggio, Festa dei Lavoratori.


Diamo spazio ad un intervento del prof. Franco Manni, organizzatore del Convegno sul Centenario dei Manifesti di Giovanni Gentile e Benedetto Croce, e sulla loro Riforma scolastica, che si terrà a Brescia il giorno 29 aprile 2025.

Benedetto Croce e Giovanni Gentile sono stati entrambi Ministri della Pubblica Istruzione, il primo nel 1921, il secondo nel 1923. Entrambi veri filosofi, ammiratori di Hegel (“Neo-Hegeliani”) e dunque storicisti.
È stato un miracolo, mai accaduto altrove nel mondo. È stata la nostra benedizione. La Riforma scolastica complessiva che ha, tra l’altro, creato l’esame di Stato, riordinato il liceo classico ed istituito il liceo scientifico, ha dato al nostro popolo italiano quella linfa di alta cultura che venera i classici, e che ancora esiste e resiste alle forze malvagie contrarie, come in questo blog de “Il Gessetto” voi sapete.

La Riforma è stata preparata da Croce che per mancanza di maggioranza in parlamento non l’ha potuta far diventare legge, cosa che ha fatto il suo amico e discepolo Gentile (con l’aiuto diretto di Croce in suo sostegno, quando i gerarchi fascisti volevano convincere Mussolini a cancellarla, perché troppo severa e selettiva, troppo “meritocratica”).

Sono fatti che hanno un’eredità vivente ancora oggi, ma inconscia. A livello conscio sono oramai quasi dimenticati. Chi di voi, per esempio, sapeva che la Riforma è “Croce-Gentile”? Nessuno, credo, perché la narrativa ideologica la ha presentata sempre dal punto di vista di Mussolini, come la “più fascista delle riforme”, quando – invece – essa incarnava l’eredità dei dibattiti pluridecennali della migliore scuola italiana di Età Liberale, capitanati dalla rivista “Nuovi Doveri” di Lombardo-Radice. E la abbiamo sempre sentita chiamare “Riforma Gentile” e basta, col sottointeso, spesso non sottointeso, che essa fosse una riforma per fare una scuola fascista, della quale la Repubblica dell’inclusività e di Don Milani avrebbe dovuto sbarazzarsi, in nome della democrazia, del progressismo e della socialità (del socialismo).

Sono passati 102 anni da allora e tale silenzio della memoria ancora persiste.
La vulgata marxista che domina ancora la cultura nella nostra Italia di oggi (Università, Scuola, Case Editrici, Redazioni culturali dei grandi quotidiani, Fondazioni Culturali) non celebra e non ricorda, perché tale ideologia nulla ha a che fare con questa Riforma, e perché il comunista Luigi Berlinguer per primo ha cominciato il suo smantellamento.

Siamo nell’Aprile del 2025: 100 anni fa i due Filosofi-Ministri non erano più amici. L’ultimo incontro e l’ultima lettera delle loro vite erano stati fatti del 1924, dopo l’omicidio di Matteotti. Quando Mussolini dichiarò la dittatura a viso aperto col discorso alla Camera del 3 gennaio, diventò più urgente per tutti, a qualsiasi livello, il prendere parte, o di qua o di là.

Gentile, che da Ministro del Primo Governo Mussolini si era presentato come un Liberale “esterno”, il 21 Aprile, Natale di Roma, pubblicò il Manifesto degli Intellettuali Fascisti con centinaia di firmatari. Il liberale Giovanni Amendola – il Capo dell’Aventino – chiese a Croce di scrivere un manifesto in risposta e Croce pubblicò l’1 Maggio (Festa dei Lavoratori) il Manifesto degli Intellettuali Non-Fascisti, con altre centinaia di firmatari.

Cosa dissero i due Filosofi l’uno all’altro ed entrambi al popolo italiano? Cose molto profonde a livello della teoria filosofica e, assieme, molto pratiche, per la vita e per la morte nell’Italia prima fascista e poi nazi-fascista. Sono certo che quasi nessuno che vive oggi nel 1925 conosce i contenuti di questi importanti pronunciamenti. Anche qui c’è stata una grande rimozione che ha creato una grande dimenticanza.
Perchè tale rimozione?

Il Manifesto di Croce fu firmato da 300 intellettuali di cui NESSUNO era comunista, o socialista massimalista, o socialista riformista, né era amico di essi (Piero Gobetti, per citare un importante esempio). Né fu firmato dalla grande maggioranza degli intellettuali cattolici.

Chi erano dunque i firmatari del Manifesto Croce? Antifascisti sì (quando era scomodo dichiararsi, nel 1925 dopo il discorso del 3 gennaio) ma non quegli antifascisti del dopoguerra che hanno creato la narrativa catto-comunista dell’antifascismo. Come ricordare oggi un Manifesto Antifascista ideato e scritto da un vecchio liberale di destra monarchico e anti socialista? E i suoi firmatari simili a lui? Un “monarchico liberale di destra anti socialista”: tutto suona nella mente degli Italiani di oggi tranne che “Capo dell’Antifascismo” (come, invece, il Capo dell’Aventino Antifascista, Giovanni Amendola, lo riteneva)!

Ecco spiegata dunque la rarità di questo evento che si terrà a Brescia il 29 Aprile dopo i 100 anni del Manifesto di Gentile e prima dei 100 anni del Manifesto di Croce. Guardatevi in giro e vedete voi stessi! Qualche università, La Sapienza o Alma Mater, qualche “La Repubblica”, qualche PD, qualche ANPI, qualche Istituto Gramsci o Parri, qualche Casa Editrice progressista sta organizzando una celebrazione del Centenario? No. Perché chiunque organizzasse una celebrazione del genere dovrebbe dire che gli “antifascisti” non erano nessuno di coloro che sono stati poi (a guerra perduta e fascismo sconfitto) chiamati e glorificati come “antifascisti”. No, anche per un altro motivo. Chiunque organizzasse una celebrazione di questi eventi si troverebbe di fronte ad un fatto ideale (riguardante le idee) enorme ed indigesto: e cioè che le idee espresse nei due Manifesti da Croce e Gentile erano soprattutto simili e concordanti; le grandi e drammatiche differenze c’erano! ma si dipartivano da un patrimonio comune di idee (ideali) che loro avevano, e i marxisti no:

1) in primo luogo il valore Metafisico dello Spirito, più importante della Materia;
2) in secondo luogo il valore Etico dei Doveri dell’Uomo più importante dei Diritti dell’Uomo;
3) in terzo luogo il valore Politico dell’amor di Patria e la venerazione per il Risorgimento.

Ascoltare e vedere come i due Filosofi, a capo di TUTTI gli intellettuali importanti d’Italia, si incontrassero e si dividessero su idee di fondo riguardanti la natura della Realtà e la natura dell’uomo, nel mezzo delle drammatiche vicende politiche di quell’anno e dei seguenti, si collega strettamente, necessariamente a quello che a livello culturale i due avevano fatto assieme: la Riforma Scolastica Croce//Gentile.

Per ascoltare, vedere e commentare queste cose vi invitiamo il 29 Aprile a Brescia, dove verrà analizzata la Riforma dei due Filosofi, saranno discussi i due Manifesti, e presentati alcuni grandi Intellettuali che aderirono all’uno o all’altro Manifesto.

Franco Manni
(presidente del Comitato per la Qualità della Scuola di Brescia)

Un commento

  1. Sarebbe davvero bello partecipare a questa celebrazione, poter ascoltare i relatori. Speriamo possa essere reso disponibile su qualche piattaforma on-line

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