Le frasi inascoltabili – prima parte

Sia i mezzi di informazione che i social pullulano di frasi che rivelano la miseria intellettiva di chi le ripete. Oggi analizziamo: “La scuola progressista impegna una didattica immensamente più faticosa”.


Provate ad immaginare il direttore della ricerca di una casa farmaceutica che voglia convincere il proprio amministratore delegato ad investire un miliardo di euro nello sviluppo di un nuovo farmaco con un simile ragionamento: “È vero che da decenni esistono già delle alternative sul mercato, ma la molecola che abbiamo trovato è più inclusiva. Non nel senso che si guarisce prima, anzi la terapia potrebbe richiedere più tempo. Spero, però, che i pazienti si affezionino a questo nuovo farmaco. L’unico inconveniente è che si può somministrare solo per via endovenosa, mentre la malattia in questione è già trattabile con compresse o con sciroppi.”

Non credo siate riusciti ad immaginare una cosa del genere. Io non ci riesco. Un tale direttore non solo verrebbe messo subito alla porta, ma chiuderebbe la propria carriera. Ugualmente difficile è immaginare una casa automobilistica che abbia costruito un’automobile tremendamente difficile da guidare, con un elevato rischio di incidenti, e la voglia proporre come la nuova utilitaria.

Ora pensiamo alla scuola italiana ed ai suoi insegnanti. Sono più di ottocentomila. Possono essere tutti dei geni? Tutti degli eroi? Tutti dei santi? Forse a parole. Certo, ce lo vogliamo augurare. Quello che ci dobbiamo aspettare, però, è proprio il contrario. Se la nostra fosse una scuola elitaria, esclusiva, gli insegnanti sarebbero dieci volte di meno. Solo i migliori laureati arriverebbero alla cattedra. La nostra, invece, è una scuola di massa ed è talmente difficile coprire tutte le cattedre che corriamo il rischio di prendere cani e porci. Mi auguro proprio di no, ma questo è il rischio insito in una scuola di massa ed è un rischio che va tenuto in considerazione.

Occorre quindi evitare di chiedere a questi ottocentomila insegnanti di fare cose che non siano alla loro portata. Anche se fosse possibile licenziarli tutti quanti, i sostituti sarebbero ancor meno preparati. Eppure ho trovato in rete la seguente frase: “La scuola progressista impegna una didattica immensamente più faticosa“. È un’affermazione talmente contraria alla logica ed al buon senso che ho deciso di non nominare chi l’ha scritta. Non merita di essere menzionata. Se proprio ci tenete, la trovate con un buon motore di ricerca, prima che venga cancellata.

Perché mai gli insegnanti dovrebbero accettare un lavoro più faticoso a fronte di uno stipendio così misero? Per il prestigio di appartenere ad una scuola in continuo e profondo declino? Esiste una professione che sia diventata più faticosa di quello che era nel secolo scorso? Lo chiamate progresso?

Perché la società permette ad alcuni cattivi pedagogisti ed alcuni pessimi politici di propagandare un modo di lavorare immensamente più faticoso? Attenzione all’aggettivo immensamente. Lì si avverte la voglia di vendetta, la sete di sangue, l’odio verso la categoria degli insegnanti. Se non è questa la spiegazione, qual è? Forse che i pedagogisti ed i politici sono il novello gatto e la novella volpe che ci chiedono di sacrificare non più monete d’oro ma insegnanti in carne ed ossa, sotterrandoli nel campo dei miracoli?

2 Commenti

  1. Sì, è in atto un processo di capro espiatorio di massa: è stata individuata una categoria debole, non organizzata, di bassa condizione economica, composta di persone più istruite della media, generalmente inoffensive e remissive, generalmente capaci di parlare correttamente: tutte cose che in Italia tipicamente suscitano poco rispetto, diffidenza, antipatia, odio e sadismo. Tutte le “fragilità”, tutte le “ansie”, ma in generale tutti i “problemi” dei ragazzi vengono imputati ai docenti, con l’aggravante che essi dovrebbero appunto renderli “felici”, non istruirli: come se Dio o la natura avessero creato l’infanzia e l’adolescenza come un paese dei balocchi, appunto, e non come due scalate dell’Everest e del K2, e i docenti fossero divenuti l’elemento di disturbo di questo Eden. Di qui alla persecuzione, il passo è breve.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *