La pedagogia naturalistica e i suoi problemi
Un agile pamphlet di uno degli autori del Gessetto entra nel vivo dei problemi filosofici costantemente evitati o taciuti dai sostenitori della pedagogia naturalistica oggi caldeggiata un po’ ovunque
«Il futuro sarà come sono le scuole di oggi»
Un agile pamphlet di uno degli autori del Gessetto entra nel vivo dei problemi filosofici costantemente evitati o taciuti dai sostenitori della pedagogia naturalistica oggi caldeggiata un po’ ovunque
Gentile è vecchio e Dewey è nuovo?
Sempre più insegnanti sembrano perseguire il loro utile, piuttosto che il giusto contribuendo innanzi tutto alla rovina della scuola, che diventa sempre più un luogo di indottrinamento, piuttosto che un autentico luogo di formazione e di conoscenza, e contemporaneamente al tracollo culturale di un intero popolo.
Il pedagoghese è un gergo, e sembra incarnare la precisa vocazione ad escludere chi non si occupa in prima persona di pedagogia, oltre che a girare quasi sempre a vuoto attorno a poche e malsicure conoscenze.
È giusto lamentare i danni sociali derivanti dall’esistenza di percorsi di studio di livello sempre più modesto e, allo stesso tempo, assecondare quei percorsi, magari per utiità familiare?
C’è chi si espresse con parole nette sulla pedagogia di stampo romantico che attribuisce al bambino capacità che ancora non possiede
L’attuale esame di Stato, in particolare il colloquio, soffre molti difetti: induce il candidato ad effettuare collegamenti anche inconsistenti, svantaggia chi ha un profilo cognitivo analitico e privilegia, a scapito della verifica delle conoscenze, “oggetti scolastici non identificati” quali clil, pcto, capolavoro, curriculum dello studente, orientamento.
Le parole non sono un’immagine sbiadita delle cose, ma il loro contenuto essenziale.
Il nozionismo si supera non con l’operatività manuale, ma con l’approfondimento bibliografico.
Per superare la crisi della conoscenza nella scuola occorre conoscere la storia della scuola e gli errori della pedagogia.
Non è così infrequente che adulti e insegnanti si aggrappino a un’idea confusa di amore per sostenere la necessità di rendere la vita scolastica più facile del dovuto
Basta burocrazia! (Per brevità)
L’essere umano – si dice oggi – è resiliente: ma la sua resilienza va ben coltivata, altrimenti è perduta
È possibile che la resistenza alla scuola sciatta e confusa sia solo il frutto di emozioni e sentimenti?
I genitori? Fuori dalla scuola.
L’Italia non è un paese sempre capace di organizzazione impeccabile; e le scuole non fanno eccezione. Inoltre la tecnologia è fragile e presto obsolescente: perché dunque metterci interamente nelle sue mani?
Che cosa c’è dietro l’insistenza sulle emozioni e sull’emotività nella neo-didattica arrembante
La cultura dei “nuovisti” apre spesso altre finestre sulla realtà: ma fuori non c’è nulla
La voglia di stravolgere la scuola e la sua storia, frutto di lunghe esperienze passate, non sembra essere il risultato di un ragionamento
L’atto di correggere è vissuto da troppe persone come una violenza sugli allievi. Con quali risultati?
Noi del Gessetto siamo aperti al nuovo? Dipende
La tecnologia offre soluzioni eccezionali: ma non per tutti i problemi dell’essere umano.
Il grande fisico era contrario ad una scuola che specializzi l’allievo senza prima averne ben fondato le capacità di pensiero generali.
Molti chiacchierano di “compiti di realtà”: ma non è realtà apprendere prima ciò che serve al dopo?
Un fenomeno interessante, tra i tanti, nella scuola di oggi è quello che riguarda alcuni insegnanti,…