Buoni e cattivi insegnanti

Cosa rende un insegnante un cattivo insegnante?

Ecco la sesta memoria dal sottoscuola. Siamo di fronte ad un pensiero che riflette sia sul senso dell’insegnamento, sia su ciò che contraddistingue un buon insegnante da un cattivo insegnante. Forse questo scantinato, a suo tempo, era un deposito all’interno del quale venivano sequestrati tutti i documenti e gli scritti più compromettenti. Forse si tratta di materiale che ha subìto una censura da parte di coloro che gestivano il potere di questa scuola. Non lo so. So solo che questi scritti sembrano superare le barriere dello spazio e del tempo e sembrano parlare a esseri umani di tutte le età, di ogni tempo e di ogni dove, senza distinzione:

In un certo senso insegnare significa descrivere quello che si riesce a vedere e, nel contempo, spiegare ciò che si riesce a capire. Ne vien da sé che se un insegnante vede solo ciò che tutti gli altri vedono e capisce non più e non diversamente da ciò e da come gli altri capiscono, difficilmente potrà essere un buon insegnante. Un buon insegnante, ovvero uno che parte da sé per incontrare l’altro e che porta l’altro dentro di sé per incontrare sé stesso. Non un cattivo insegnante, ovvero non uno che fugge da sé stesso perché non vuole incontrare nessuno ed evita l’altro per non incontrare sé stesso.

Il testo che hai appena letto è tratto dall’archivio immaginario di una scuola invisibile ma ricca di storie interessanti.

Tutto cominciò così: “La genesi delle Memorie dal sottoscuola”

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