Ma che bella frittata! (In risposta a “Dirigentiscuola”)

Risposta a un post pubblicato il 9 giugno su dirigentiscuola.org, intitolato “Dirigenti scolastici nel mirino mentre le istituzioni restano in silenzio”, sulle vessazioni che i dirigenti scolastici subiscono dai loro docenti.


In un post pubblicato il 9 giugno 2025 sul sito www.dirigentiscuola.org, “l’unica organizzazione sindacale di soli dirigenti scolastici”, come orgogliosamente rivendicano, all’interno di una geremiade sulle vessazioni che i dirigenti scolastici subiscono dai loro docenti (sì!), si è potuto leggere quanto segue contro l’amministrazione scolastica (l’ufficio scolastico territoriale):

E qui arriviamo al punto centrale: la cosa davvero grave, infatti, è che la stessa amministrazione rincari sistematicamente la dose. Non solo aprendo le braccia a sindacati, genitori, docenti, alunni e chi più ne ha più ne metta (è ben noto nell’ambiente che se un DS scrive agli uffici viene ignorato 9 volte su 10, mentre si risponde con incredibile solerzia anche alle più assurde accuse anonime), ma impedendo addirittura ai dirigenti di difendersi: di questi giorni è la notizia dell’ennesima contestazione disciplinare spiccata dai soliti noti contro un DS che, attaccato sui social, ha pensato bene di difendere la propria reputazione! Ma stiamo scherzando? Qui si configura non solo la vessazione, ma anche la negazione del più banale diritto alla difesa scolpito dalla Costituzione!

Ora tutta la solidarietà, ovviamente, al dirigente di cui si parla. Anche se mi pare che “i soliti noti” (che nel post sono “l’astiosa compagine messa in piedi alla bell’e meglio da Cgil, Cobas e compagni”: compagnia per la quale peraltro, chi scrive, non nutre simpatia) non abbiano potuto spiccare alcuna contestazione disciplinare: come i dirigenti scolastici sanno, per teoria e per sempre più frequente pratica, le contestazioni disciplinari sono mosse (in attesa che possano essere spiccate con contestuale mandato di cattura) dai dirigenti scolastici medesimi o su loro richiesta dagli uffici disciplinari degli USP (uffici scolastici provinciali) nei confronti dei docenti, non viceversa. A questo riguardo mi si può dare fiducia, dato che negli ultimi cinque anni l’USP di Firenze me ne ha aperti cinque, di procedimenti disciplinari, due dei quali sono contemporaneamente in corso in questo momento.

Ma dunque i dirigenti scolastici finalmente scoprono, a quanto pare, che è piuttosto fastidioso essere oggetto nell’esercizio del proprio lavoro di “critiche, discriminazioni, boicottaggi” (così scrivono più sopra); che è intollerabile subire una “vergognosa strategia di isolamento e mobbing”; che indigna ricevere un “attacco pretestuoso, a volte al limite del risibile”; che sconcerta il vedere la propria amministrazione “accogliere senza riserve qualsiasi fantasioso e sgangherato esposto, lagnanza, sassolino tirato fuori ad hoc” e, come dicono con icastica espressione, “aprire le braccia” a chiunque.

Molto bene! Non si potrebbero trovare parole più proprie e più chiare di queste, per descrivere la mia vicenda e quelle di innumerevoli docenti che, in questi anni, si sono trovati ostaggio inerme di dirigenti scolastici che hanno potuto rovinare loro la vita aprendo le braccia a genitori e studenti e colleghi e accogliendo sgangherati esposti e isolando vergognosamente e attaccando in modo pretestuoso e discriminando e boicottando e tutto il resto.

Rimarrebbe una sola differenza tra il caso dei docenti e quello dei dirigenti: il comportamento dell’amministrazione. Infatti quando ad essere colpiti siamo noi, l’amministrazione è sempre efficientissima: l’USP si attiva solerte appena riceve la “relazione” del dirigente scolastico, apre un procedimento disciplinare, convoca il docente che spesso si vede costretto a pagarsi un avvocato, e quindi emana la sua bella sanzione disciplinare, magari concedendosi di far bella figura col facile gioco di stabilire una settimanuccia di sospensione a fronte del mese minacciato, o un mesetto a fronte dei sei paventati. Quando invece ad essere messi sul banco degli imputati sono i dirigenti, apprendiamo dal post di Dirigentiscuola che l’amministrazione non opera con soverchia efficienza: ce ne dispiace.

Un’ultima cosa, che giustifica il mio nome e indirizzo di posta elettronica pubblicati in calce a questo breve post. “Ma stiamo scherzando?”, esclamano i dirigenti, un dirigente è stato contestato per “aver pensato bene di difendere la propria reputazione”: ma questa è “la negazione del più banale diritto alla difesa scolpito nella Costituzione!” Sì, proprio. Pertanto non vedo l’ora di leggere un loro comunicato di solidarietà e ricevere i loro messaggi di sostegno, appena leggeranno quanto è successo a me.

Il mese di aprile di quest’anno mi viene notificata l’apertura di un procedimento disciplinare. Sono accusato, tra le altre cose, di aver maltrattato in classe durante una lezione in una seconda superiore, davanti a tutti i 24 compagni, una singola studentessa; accusa che proviene unicamente dalla singola studentessa. Dato che i compagni sono gli unici testimoni del fatto, anzi del non fatto dato che le accuse sono mere fantasie, chiedo loro di portare la loro testimonianza. Bene. La dirigente chiede all’USP di aprirmi un ulteriore procedimento disciplinare con l’addebito di aver “provocato disagio psicoemotivo” agli studenti rivelando loro di essere stato accusato.

E l’USP? Lo apre.

prof. Enrico Rebuffat
liceo Michelangiolo, Firenze
enrico.rebuffat@gmail.com

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2 Commenti

  1. Un insegnante non può più fare il proprio mestiere? Mi viene molta tristezza. Poveri ragazzi. Che futuro avranno…
    .

  2. Lo so che i DS non sono tutti uguali, lo so che non è una bella espressione, ma mi esce dal cuore: hanno la faccia come il c**o.

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