«Il futuro sarà come sono le scuole di oggi»
Come è possibile sviluppare ed esercitare un effettivo senso critico senza possedere i fondamenti di una solida matrice culturale, costituiti da quell’insieme di contenuti culturali, cognizioni, dati, informazioni, conoscenze, che però ormai sono bollati da più parti come un coacervo inutile di nozioni superflue?
Il fallimento delle teorie pedagogiche che si è cercato di imporre alla scuola italiana è sotto gli occhi di tutti. A pagare le prime conseguenze di questa superficiale scuola “del benessere” sono proprio i giovani, mandati allo sbaraglio nella società e nella vita.
Sono trascorsi quarant’anni da quando, ingenuamente e giovanilmente entusiasta, varcai da docente la soglia di un’aula scolastica ed ora ne uscirò definitivamente con la sgradevole e dolorosa sensazione di camminare su delle macerie.
Le Nuove Indicazioni Nazionali anticipate dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara lasciano sperare che qualcosa si stia muovendo.
La digitalizzazione forzata sta condizionando le capacità intellettive delle persone, modificando le strutture stesse della facoltà ragionativa.
Il conoscere è stato declinato nelle varie linee guida didattico-pedagogiche in saper fare, saper essere, saper stare… il concetto di sapere in sé appare ormai non solo obsoleto ma inutile, inservibile, superfluo, quasi incomprensibile…