La scuola di classe
Dire che la scuola degli ultimi 25 anni è diventata una scuola di classe parrebbe uno sproposito. Vediamo come e perchè.
«Il futuro sarà come sono le scuole di oggi»
Dire che la scuola degli ultimi 25 anni è diventata una scuola di classe parrebbe uno sproposito. Vediamo come e perchè.
Abbiamo lanciato una petizione rivolta a tutti i docenti italiani e al Ministro Giuseppe Valditara per non modificare un passaggio chiave della bozza delle Nuove Indicazioni Nazionali per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo di istruzione. Aiutaci a fermare la deriva della scuola italiana, firma anche tu!
La pedagogia torna e ritorna all’attacco pretendendo di rifare l’insegnante, insieme all’uomo nuovo. Le manca di capire che l’essere umano non si programma.
Sembra impossibile, incrociando le statistiche sui risultati del sistema educativo in Italia con le ricette che vengono ostinatamente proposte e attuate per migliorarlo, non rendersi conto che è necessaria un’inversione di rotta a 180°.
Altri segnali di un vero cambio di paradigma nella concezione della scuola. Possiamo però opporci, fare sentire la nostra voce.
Un gruppo di insegnanti da alcuni mesi sta mettendo in circolazione alcune strane idee sulla scuola, mettendo a rischio la serenità di studenti e famiglie.
La scuola deve superare gli equivoci pedagogici e assumersi il compito di trasmettere efficacemente le discipline teoriche.
Fa sempre bene collocare quel che accade nella nostra scuola all’interno di un orizzonte più ampio, altrimenti non si uscirà mai dal provincialismo più passivo.
Non fa male proporre qualche esempio, tra le migliaia, di testi del tutto vuoti di senso (o quasi) che spesso coronano il lavoro dei pedagogisti. La presunzione che mandare dalla propria torre d’avorio messaggi oscuri, criptici, rechi alla disciplina lustro e spessore culturale va sempre messa a confronto con i risultati che tale mentalità ha prodotto nella scuola italiana (e non solo).
Discutere, discutere, discutere razionalmente è il meglio che si possa fare
Il progressismo è la presunzione di introdurre una novità e cercare di convincere con ogni mezzo o addirittura costringere la gente ad adottarla, insomma la presunzione di imporre la novità dall’alto.
Il pedagoghese è un gergo, e sembra incarnare la precisa vocazione ad escludere chi non si occupa in prima persona di pedagogia, oltre che a girare quasi sempre a vuoto attorno a poche e malsicure conoscenze.
Per superare la crisi della conoscenza nella scuola occorre conoscere la storia della scuola e gli errori della pedagogia.