Disprezzo
La miglior via per promuovere i cambiamenti? Mostrare come spregevole ciò che si intende cambiare
«Il futuro sarà come sono le scuole di oggi»
La miglior via per promuovere i cambiamenti? Mostrare come spregevole ciò che si intende cambiare
Su che cosa poggia la qualità di un insegnante?
È davvero possibile apprendere senza fatica cose che facciano la differenza?
È sempre più difficile nascondere una verità ormai palese: l’essenza di troppa pedagogia è il discredito dell’insegnante in quanto persona di cultura
Sovente la psicologia si è fatta psicologismo, ovvero disconoscimento dei giovani in quanto soggetti morali
I nemici della conoscenza spesso scoprono l’acqua calda e la vendono come terapia per ogni male
Contro le assurdità e le contraddizioni della scuola di oggi nessuno può restare passivo
Autore considerato capitale in molti ambiti, promuove idee a dir poco problematiche che pure hanno affascinato ed affascinano
Oggi capita che la pedagogia muova accuse forse valide un secolo fa, oltre che fondate su concezioni radicali, prive di prudenza scientifica
È oggi dominante l’idea che l’attenzione degli insegnanti debba essere primariamente centrata sulla vita emotiva ed affettiva degli scolari e degli studenti. Ma è una vera necessità?
Una nuova sentenza conferma ciò che dovrebbe essere ovvio ed insindacabile, ma che troppe famiglie non sanno accettare
Molti organi di stampa amplificano spesso opinioni decettive ed espresse con grande leggerezza contribuendo al dilagare di ideologie malfondate
Un agile pamphlet di uno degli autori del Gessetto entra nel vivo dei problemi filosofici costantemente evitati o taciuti dai sostenitori della pedagogia naturalistica oggi caldeggiata un po’ ovunque
Gentile è vecchio e Dewey è nuovo?
Molti fanno rientrare le attività didattiche tra quelle che un supposto neo-liberismo economico avrebbe corrotto in modo irrimediabile. Ma è vero?
Sembra inestinguibile la tendenza di troppi docenti a valutare gli esiti dei percorsi scolastici seguendo criteri di tipo moralistico
Il pedagoghese è un gergo, e sembra incarnare la precisa vocazione ad escludere chi non si occupa in prima persona di pedagogia, oltre che a girare quasi sempre a vuoto attorno a poche e malsicure conoscenze.
Molti rivendicano una scuola che educhi più che istruire; altri invece non scorgono il valore educativo dell’istruzione
È giusto lamentare i danni sociali derivanti dall’esistenza di percorsi di studio di livello sempre più modesto e, allo stesso tempo, assecondare quei percorsi, magari per utiità familiare?
C’è chi si espresse con parole nette sulla pedagogia di stampo romantico che attribuisce al bambino capacità che ancora non possiede
Pochissimi, anche tra gli insegnanti, sanno che la quasi totalità delle pratiche promosse come novità salvifiche nella scuola di oggi non sono che ricicciamenti perpetui o tardivi di pratiche ed idee che hanno almeno un secolo di vita
Da anni gli insegnanti della scuola italiana sono invitati a prendere atto dell’esistenza di diversi stili cognitivi per mettere in discussione la loro didattica.
Si susseguono però gli studi accademici che dimostrano che può essere un errore
Le storie di riscatto attraverso lo studio e la cultura non sono sempre storie di successo immediato e genialità precoce, ma sono spesso racconti caratterizzati da cadute e sacrifici che oggi quasi nessuno considera accettabili. Ma a quali costi, in termini di mobilità sociale?
Per decenni, in Italia, le conoscenze disciplinari degli insegnanti sono state considerate meritevoli di accertamento scritto. Ora non più
La reazione d’oltralpe non è di chiusura al nuovo in quanto tale, ma semmai una indisponibilità a un nuovismo acritico, senza limiti e senza distinzioni
Non è così infrequente che adulti e insegnanti si aggrappino a un’idea confusa di amore per sostenere la necessità di rendere la vita scolastica più facile del dovuto
Circa il suo abbandono il presidente onorario dell’Accademia della Crusca ha recentemente messo in guardia coloro che si occupano di istruzione. Spesso si investe troppo nella scrittura digitale, e questo sovra-investimento non è privo di effetti indesiderati